martedì 30 giugno 2015

Porta Wolkonsky Maggiore


2 luglio 2015
Non resisto. Allora coloro l'albero.
Ci vorrebbe una Musa dell'autocritica, della flagellazione e dei titoli di coda: dimmi che è un pasticcio! dimmelo tu, pronùnciati. Un colore sempre più denso, giorno dopo giorno. Strati su strati per dimenticare quel cielo azzurrino e il cipresso bianco, amica Musa sei o nemica?



1 luglio 2015

Carico di colore alcune parti: cielo, palazzo sullo sfondo, ombre sull'acquedotto, spazi tra gli archi.
Tutto a casa sul tavolo della cucina, veloce. 
Non posso perdermi Alba


30 giugno 2015

Questa volta l'occasione è il latte di mandorla al bio in via emanuele filiberto. 
Proseguo verso porta maggiore, dopo il semaforo in senso vietato. Non so resistere alla sorpresa: panchine, un viottolo di asfalto tra la cancellata e gli archi e persone che chiacchierano sedute portando a spasso i pets. 
Un po' più in qua trovo la panchina ideale, libera. Nella panchina vicina si siedono due dopo poco. 
Il sole è ancora ben stampato e mi perdo negli archi sottili. L'unica sensazione "esterna" durante il lavoro è quella di essere intruso, vicino a quei due, che hanno da baciarsi e dirsi cose.

Ho lasciato lavorare il pennello con molta acqua. Mi sono davvero perso nei colori, nelle macchie bagnate, nella chiazza bianca degli alberi, su cui poi ho accennato una tinta leggera (avrei potuto lasciarli così, ma il colore dell'acquedotto era rimasto piuttosto debole e mancava di qualcosa). Insomma, questa volta l'acquerello l'ho dovuto "riprendere" un po'. 

Mi sono risvegliato che i lampioni erano accesi; quando ho finito non c'è più nessuno. O meglio, al di là dell'acquedotto un signore fuma in canottiera alla finestra, fumo anch'io lo saluto ma lui non se ne accorge. Due camper con i fari azzurri, con bandiera cinese king size e targa cinese parcheggiano a pochi metri: due famiglie di turisti che però se ne vanno subito.

Saprò dove tornare, ma un po' prima delle sette.
La Golino, l'Ucciardone, il dramma carcerario a S. P. in V. lo vedrò un'altra volta.



lunedì 29 giugno 2015

Pioggia a Piramide
Sabato 20 giugno 2015



Cercare un soggetto, trovarlo; cercare un punto di vista, un'angolatura, trovarla. 

Trovare bei soggetti da dipingere, a Roma, è sempre un'impresa. Mi sono affezionato ai tetti visti dalla terrazza condominiale, al campanile capitolino visto dal giardino degli aranci, alla torre delle milizie e al quartiere Monti, preso dal Campidoglio. Martignano.
Sono andato avanti così per anni, soggetto "unico". Dipende forse dalla comodità dell'appoggio (sedersi sulla sabbia, su una panchina in un posto poco frequentato, vicino o sul tetto di casa), poter disegnare e colorare quasi a memoria, prendersi la licenza di "innovare" il proprio stile lavorando più e più volte su una stessa idea con elementi nuovi.

Mi rendo conto ora di come ho faticato a cercare nuove fonti, solo all'idea di cercarle.

È successo qualcosa e ora non ho più paura. Potrei provare qualunque soggetto.

Sono uscito da casa, in bicicletta, con la Piramide nella mente, per la prima volta. Ho girato intorno alla Porta e a prima vista non ho trovato appoggi, o prospettive giuste. O macchine, o gente. 

Il rocco di colonna nell'aiuola mi ha portato in mezzo alla gente che vive lì, a due metri dalla Piramide, dove fa diverse cose: deposita materiali, fuma, parla, passa, usa come se fosse casa propria e forse lo è. Passo comunque inosservato e dopo poco si produce il sortilegio dell'acquerello e non vedo più niente se non il foglio e l'idea della Piramide che mi sono fatto in testa. La pioggia mi ha colto che avevo appena finito di colorare le nubi. Ho colorato Pyramid in pochi secondi. Forse non più di due minuti. Nel riparo sotto il portico della stazione per Ostia ho lasciato il disegno ad asciugare, fino a che non ha smesso di piovere quasi del tutto.
Il tabacco, il bisogno di un riparo, il freddo improvviso, mi hanno fatto sentire un po' parte dell'"umanità", di quella che popola quella zona, quell'angolo di mondo. E il disegno mi è piaciuto di più. Roma non è di tutti. È di chi vive in quel punto preciso della città. Sentirsi ospiti...Quella è un po' la sensazione di quando mi siedo in un luogo, anche se in disparte.

sabato 27 giugno 2015

Albisola Sup. 
Nel letto del Sansobbia
(1992)


Questa mattina sono passato a fianco del ponticello da dove, nel'92, ho preso questo water-snapshot. C'è ancora tutto. Nei pressi, in uno spiazzo controllato, dimora l'isola ecologica. Ho rottamato le casse pioneer comperate da Sperati nel 1981 con quanto avevo guadagnato durante l'estate, come aiuto-lavapiatti, all'hotel Ligure di Spotorno.

mercoledì 24 giugno 2015

Laghetto di Pinocchio
Nuvole che avanzano
(2014)


Carta Winsor & Newton (12 fogli) 300gr 21x15cm grana ruvida
Questa carta difficile da rintracciare è utile per piccoli desideri di acquerelli. Nel formato mignon rende bene, è ideale per riempire il foglio. Sono appunti di viaggio. 

martedì 23 giugno 2015

Dedicato a Matilde che oggi ha finito gli esami di terza media e ha presentato dei bei disegni copiati dai grandi maestri. Ha utilizzato tecniche diverse e miste, ha illustrato e commentato con pensieri degli autori e ha scritto una poesia.


Avevo un sogno

Avevo un sogno da realizzare,
un sogno per il quale valeva lottare,
una speranza, un desiderio,
ma sapevo che tutto ciò non poteva diventare serio,
dato che io so che volare
è un sogno che non si potrà avverare,
volare davvero,
non con l'aereo!
Volare come batte le ali un uccello,
volare come i supereroi,
volare come vorremmo viaggiare nell'aria tutti noi!
Ma se proprio voglio che questo succeda,
devo trovare qualcuno che me lo conceda.
E questo qualcuno chi è?
È la nostra anima che in leggerezza può volare via,
magari utilizzando la fantasia,
che volando riesci a superare gli alberi che coprono casa mia.
O forse dormendo e sognando di aggrapparmi a un aquilone,
riesco a volare e raggiungere un airone!
E volando sognando la leggerezza della mia anima,
sentirò la frescura e la brezza
che la pelle mi accarezza,
e finalmente proverò la bellezza e la felicità
della vita e della sua rarità.

Matilde Pagnini



domenica 21 giugno 2015

Piramide Cestia
(21 giugno 2015 estate)



Piramide Cestia - Torno il giorno dopo - Sempre più difficile
Carta Arches 300g 23x31cm grana fine satinata

Tra la Piramide e la stazione dei trenini per Ostia, sull'aiuola, c'è un rocco di colonna. Al centro del rocco, l'incavo per la giuntura di bronzo è pieno dell'acqua che è venuta giù ieri. Questa volta non c'è rischio di pioggia. Fa caldo: è estate! Intorno al rocco erba alta, bottiglia di vetro, carta. Nessun odore.

"La calura" è l'elemento di novità di questo acquerello, su questa nuova carta.

Il disegno di Piramide è difficile: le proporzioni sono state tracciate scientificamente e riprodotte da vedutisti, per secoli. Non le posso sbagliare. Devono essere così: non si può interpretare o improvvisare. 

Scelta di cosa colorare prima, cosa dopo. Lascio Piramide per ultima: inizio con il verde a sinistra; poi il muro a destra; muro a sinistra e pini marittimi a destra. Poi il cielo. Infine Piramide.

Mi accorgo che il sole asciuga il colore in pochissimi secondi: sto colorando la vegetazione a sinistra e una signora cerca di fotografarsi con la Piramide alle spalle e allora mi chiede di aiutarla. Cerco prima di finire il verde: solo a prestarle attenzione, e parte del colore è già asciutto. Tutto si gioca nella velocità, nel passare uno strato di colore leggero, aggiungerci tinta più decisa. Mi presto per la foto dopo aver abbozzato la coloritura e, quando riprendo, macchie, ombre non volute, oramai fisse, asciutte.

Cielo: passo il pennello carico d'acqua senza colore lungo i bordi di Piramide e allargo a tutto il cielo che vorrei riprodurre: acqua, acqua, acqua in velocità. Ci vorrebbe una spugna; così con il pennello non faccio a tempo a tornare sul foglio che è già asciutto. Allora, passo all'azzurro: il colore che si asciuga mi aiuta a far comparire queste nuvole.

Piramide è una ricotta bianca, appuntita, con una riga in mezzo. Attacco la metà di destra. Tutte le pause si possono ora riconoscere sul foglio. Sempre il sole, il caldo, che dipingono insieme a me, si incuneano con il loro pennello, sento il loro gomito e le loro mani sul foglio che cercano di farsi spazio: dipingiamo a tre mani.

La signora della fotografia mi chiede di scattarmi una foto. Le ho chiesto di mandarmela.


mercoledì 17 giugno 2015

Bruxelles - Tervuren
19 maggio 1997
Dedicato a Veysi, a Marina e alla piccola Meltem Anna 
nata questa mattina a Savona alle 10,40


Il giorno prima. Mancavano poche ore alla nascita di Camilla.
E' venuto fuori questo acquerello complicato, su carta Fabriano a grana fine. Ho passato e ripassato il colore e tutto si è mescolato, i contorni sono diventati soffici e le tonalità del verde erano primaverili, anche se la primavera era un concetto variabile.
Bruxelles non è stata né una tavolozza facile né prolifica. Trovo che mancassero bei soggetti da prendere da distante. In realtà la differenza era fatta dalla luce. Un limone al sud è giallo che ne senti il profumo. Al nord è pallido e serve per condire il pesce. Eppure il limone è sempre lo stesso.

lunedì 15 giugno 2015

Acquedotto a Tor Fiscale
(1 giugno 2015)



Carta Arches 23x31cm 300gr satinata

La campana di Tor Fiscale avvisa di qualcosa. Prima prova a Tor Fisc. Tramonto sui ruderi. Subliminal

Il disegno è molto complicato, credo pure di averci messo un arco di troppo. Passando e ripassando il colore su questa carta facile, alla fine è venuto fuori qualcosa di buono.

venerdì 12 giugno 2015

Mura presso Santa Sofia, Istanbul
12 giugno 2015



Torno a Santa Sofia ma proseguo lungo le mura del tramonto. Trovo una panchina. Sono contento

Ho fatto vari km a piedi per arrivare qui. Avevo lasciato l'attrezzatura in albergo. Senza acquarelli mi sarebbe mancata la voglia di andare in giro. 
Così invece tutto diventa un sovrapporsi di sensazioni, di ansia, di ricerca e di scoperta. Mi fondo con quello che vedo, in un certo senso.
Questo acquerello, come tanti altri, è un modo per comunicare in silenzio.

mercoledì 10 giugno 2015

Santa Sofia Istanbul
oggi



Quando ho cominciato c'era ancora il sole, alto dietro la moschea. Ho finito che tramontava, non c'era quasi più nessuno lì intorno. Solo dei bambini, 4 o 5, tutti piccolini, di strada, che davano calci al pallone sorvegliati (entre guimets) dal papà seduto in un pulmino. Verso la fine si sono accorti di me e si sono arrampicati per vedere. Solo in Turchia i bambini arrivano intorno a vedere mentre disegno. Una bambina mi ha fatto segno che avrebbe voluto che le facessi il ritratto. Ho fatto la foto all'acquerello e poi stavo per fotografare uno di loro ma ho avuto l'impressione che il padre non volesse e ho lasciato perdere. Un minuto dopo uno di loro, il più piccolo, è arrivato con un tablet di quarta generazione e mi ha fatto una foto in posa con l'acquerello.

Questo tentativo non è niente di che. Il soggetto era troppo complicato, curve, spigoli, sovrapposizioni, dimensioni e proporzioni. Ma essere lì senza provarci non sarebbe stata la stessa cosa. È un tentativo di appropriarsi del sublime.

domenica 7 giugno 2015

Muro aureliano di sabato
(6 giugno 2015)


Sempre più colpito dalla carta Arches satinata.
Scopro un modo diverso, nuovo di acquerellare: su dimensioni grandi, come questo disegno, ho sempre trovato difficile avere buoni effetti alla fine dell'operazione... Qui invece il risultato si può vedere solo in fondo, dopo aver lavorato sugli spazi, ricoperto le zone con mani successive di colore, dalle più leggere alle più pesanti. La differenza più evidente è la capacità di assorbire che ha questa carta, senza che si producano pasticci di colore, di acqua fuori controllo, mantenendo la precisione e la delimitazione degli spazi. E soprattutto, permette di creare nuovi colori e sfumature, sovrapponendo tinta a tinta.

Nuovolo. Una "habituée" si è presa il posto migliore sulla panca di mattoni. È della vecchia generazione e si trucca un po' disperata. Telefona e dopo poco se ne va. Io ormai ho preso posto sul bordo del marciapiede. Amo questo posto, così vivo nel vuoto che mi circonda. Mi sento estraneo per chi mi nota passando in auto. Ma non mi sento estraneo per chi vive o è di passaggio da queste mura.

mercoledì 3 giugno 2015

Muri del Palatino
(2 giugno 2015)



La carta Arches satinata è una risorsa che sto scoprendo velocemente. Sembra una carta da sketches. Il pennello scorre liscio. La carta è consistente e quello che stupisce è come assorbe! Posso ripassare 2 o 3 diverse mani di colore: umido su umido, naturalmente, e la tenuta è stupéfiante. Va bene per questi soggetti complicati, dove si voglia dare al disegno e al colore una certa precisione.