mercoledì 26 aprile 2017

Tornando da Saqqara
Aprile 2017


Carta Arches satinata, 26x36cm

Sulla destra queste rocce e grotte. Alla sinistra si apre la valle del Nilo immersa nei palmeti. Un fiume di palme

sabato 8 aprile 2017

Saqqara piramide di Djoser
7 aprile 2017


Su carta Arches, 26x36

Hani mi accompagna a Saqqara con il taxi e starà con me fino a quando glielo chiederò. Entrerà con me nel sito archeologico e l'idea mi fa più piacere che dispiacere.
All'altezza più o meno di Giza Al Haràm si vira verso sud e la strada non è un granchè: in mezzo al centro abitato, che praticamente finisce solo quando stiamo per arrivare. A tratti la strada è polverosa e allora tiriamo sù il finestrino. Con Hani ci guardiamo e ridiamo...anche per le stranezze che si incrociano lungo la strada, dalle manovre pericolose degli automobilisti, ai carretti. Ci sono tanti asinelli che tirano i carri con ruote da automobile. Ma questo finchè si è in città. Poi cominciano i traini di mucche o bufali. Le mucche che incontriamo sono tante e piuttosto magre, mi ricordano i disegni della Più grande Storia mai raccontata (la Bibbia) quando parla delle piaghe d'Egitto o del sogno di Giuseppe delle vacche magre...sempre Egitto. Hanno le corna più orientate verso l'indietro.
Ancora lungo la strada mi colpisce la foresta di palazzi forse in costruzione, senza intonaco, disabitati, per chilometri. In alcuni, c'è la vita! e capita di vedere un appartamento ai piani bassi vissuto, perchè l'esterno, o il terrazzino, è intonacato: come un'incastonatura di ceramica in una parete grigia.

Al sito c'è ancora pochissima gente e tutto è più facile rispetto a Giza. Possiamo aggirarci tra le tombe, prima di affrontare la piramide a gradoni. Sulle pareti delle tombe ci sono teorie e teorie di figure, che starebbero nello schermo di un i-phone a grandezza naturale. Uomini e animali, attrezzi e piante, infiniti, ma tutti diversi, precisissimi, espressivi anche se di profilo. Alcune figure sono grandi altre a dimensione naturale. Poi tante scritte, geroglifici, il cartiglio del faraone Teti, nella sua tomba, un po' dappertutto. 

Quando si esce fuori, all'aperto, la bella sensazione di stare sotto il sole cocente con una luce accecante ed essere catapultati migliaia di anni indietro. 

Verso sud si vedono le due piramidi di Dashur, a una distanza come tra Savona e Albisola. Ma devono essere una decina di chilometri. Le due piramidi si stagliano e sono impressionanti: la piramide rossa e la piramide romboidale, più antiche di quelle di Giza ma più giovani di quella di Djoser a gradoni.

Djoser mi chiede di ritrarla e allora non me lo faccio ripetere due volte. Hani si siede lì vicino e appoggia tre pietre al recipiente dell'acqua perchè non si imbatta con il vento. Ogni tanto guarda, lo guardo e sorridiamo.
Alla mia destra la sua pazienza e davanti a me l'antichità della Madre.

giovedì 6 aprile 2017