sabato 27 ottobre 2018

In volo


Questa mattina sono stato al sit in al Campidoglio
Tutti si conoscevano e grandi baci e abbracci.
Una donna mi guardava sorridendo e mi faceva cenno. Mi sono girato indietro per vedere chi guardasse alle mie spalle...ma ce l'aveva con me. Ho sorriso e mi ha detto "mi raccomando non faccia un disegno troppo cattivo". Pensavo di continuare a sorridere e andarmene ma poi mi è scappato "come fa a sapere che disegno?". "Lo so, lei è famoso!"
Mi è venuto in mente che qualche tempo fa qualcuno mi ha detto che assomigliavo a un vignettista.
Casa Cenci


sabato 20 ottobre 2018

Ma-h-moud


La spiaggia del resort è protetta, prima di tutto dai bambini (l'accesso è consentito solo dai 16 anni in su), e anche dalle persone che, passeggiando sulla riva, sconfinano al di qua. Chi sta in questa spiaggia, però', non può sconfinare verso sinistra, verso Suez per intendersi. Infatti la spiaggia è l'ultima, prima di un litorale senza strutture che arriva fino al porto di Sokhna. Il confine della spiaggia è un ruscelletto che porta in mare l'acqua salata della thalassoterapia e della piscina. A guardia del confine c'è una "sentinella" che si avvicina o fa un fischio se qualcuno valica. Alla "foce" si raccolgono tante conchiglie, steli di "corallo" grigiochiari. Ho attraversato il guado di un paio di metri, chinato con la testa vicino ai piedi, ed è arrivato un ragazzo che mi ha detto che non potevo stare lì. Gli ho risposto sorridendo in italiano "ma non mi rompere il cazzo" e il ragazzo mi ha lasciato stare e se ne è andato. Questo al mattino.
Al pomeriggio verso Suez c'era una bella luce sul porto. A fianco del ruscelletto i tamerici fanno una bella ombra e così ho preso l'attrezzatura e ho riattraversato il guado. Il giovane guardiano è arrivato di nuovo e gli ho fatto capire che non mi sarei allontanato dall'ombra e ho tirato fuori acqua, carta e pennelli. Allora non ha fatto altre storie e mi ha portato una sedia, che ho lasciato lì accanto per posarci qualcosa sopra. Lui si è sistemato a un metro o due e poco dopo si è avvicinato che potevo toccarlo e si è messo a guardare.
Avrei preferito stare solo per disegnare.
Ci siamo presentati, si chiama Ma-h-moud. Ha telefonato a qualcuno e gli ha raccontato qualcosa e centrava la parola "Italya" e poi mi ha passato il telefono per farmi dire qualcosa e ho detto "enta amele-h" che significa come stai e qualcuno al telefono mi ha risposto "hamdulillah", come a Dio piace.
Ma-h-moud avrà avuto 17-18 anni, con una divisa bianca, il viso abbronzato e rovinato dal sole, con le labbra screpolate, e le scarpe sformate.
Finito l'acquerello facevo per andarmene ma ho tirato fuori il quaderno di schizzi e ho fatto lo stesso soggetto a penna, l'ho staccato e glie l'ho dato. Gli ho spiegato di non piegarlo.
Lui più tardi mi ha portato una conchiglia, di quelle coniche, con una leggera sfumatura di verde sotto la base rotonda.

giovedì 18 ottobre 2018

Zamalek
Vivere a Zamalek è vivere in un microcosmo -
In una città di 20 milioni di persone che ha un'estensione grande come la provincia di Roma, tutto si consuma e si compie a Zamalek
Il traffico e il rumore di Z, i marciapiedi, quando ci sono, di Z, il lavoro, i poveracci e i poveri diavoli di Z, il supermercato e il supermercatino, i taxi, le pasticcerie, gli ambulanti di Z, l'uomo dell'acqua, l'uomo del ferro vecchio, la donna degli asciugamani (fawat, fawat!!!), il parco, il club, il golf a Zamalek, il controllo d' sicurezza sulla strada che dal ponte immette in Zamalek. Insomma, una fortezza post-moderna che difende da un paese che c'è intorno che mi è sempre più misterioso e che conosco sempre di meno.
Questa mattina il tassista parla in italiano: "mi sono pentito di essere venuto via dall'Italia 15 anni fa. Facevo il cuoco pizzaiolo". Non voleva essere pagato. Questa sera l'uomo in macchina ha voluto passare a tutti i costi, non lo sfiorava l'idea di farmi attraversare. Contrasti. Così come è difficile capire, entrare nella testa delle persone che a Zamalek ti stanno vicino, o ti stanno "vicine".
Mi è capitato più di una volta di essere fuori Z per lavoro e fermare un taxi, chiedere di portarmi a Zamalek e di ricevere risposta negativa. La città si sta espandendo verso fuori, verso Sokhna, verso Ovest: l'isola non si riproduce, invece e rimane sempre più fine a se stessa. E allora viene considerata dai poveri diavoli di fuori come un non luogo, che non viene ricompreso nel sollevamento della terra, della gente. Z viene allora emarginata.

mercoledì 17 ottobre 2018

Contrasto


Prendendo un taxi per andare a cena passo lungo il Fiume finestrini aperti luci rumori incontri ravvicinati con altre auto insegne luminose genti che prendono il fresco sulla passeggiata bevono coca cola o prendono un gelato siedono sul parapetto a pochi metri dalla macchina che passa senza che si accorgano di noi e del...traffico

Che cosa c'è che non va in una serata così bella? 
Sarebbe tutto diverso se 
Sarebbe tutto diverso se entrasse profumo di zagare di gelsomini di aria pulita di sud di eleganza e di fragranza

E' una prigione le cui sbarre sono odori innaturali di combustione

lunedì 15 ottobre 2018

Dago - il tesoro del convento


Dago viene salvato da Antonia, incinta del suo Santo Bambino
Viene caricato da monaci su un carro e portato in un convento in Andalusia
Il convento si aggrappa a una rocca naturale e ruota intorno agli alti contrafforti di una chiesa
La strada per arrivarci è scoscesa, che si apre tra gli ulivi e le querce
Il convento, oltre a nascondere Dago, racchiude un altro mistero, un tesoro

sabato 13 ottobre 2018

Giza
rovine


La gestione dei siti archeologici in Egitto si limita alla costruzione di qualche infrastruttura e alla commercializzazione di quello che c'è, lasciato ai posteri dagli antichi.
Non esiste o quasi invece la manutenzione ordinaria né l'attenzione per il visitatore, l'immedesimarsi nel visitatore. Entrare e visitare un sito archeologico può essere per qualcuno un'esperienza prima e ultima, unica e, trattandosi di luoghi più antichi della storia, può e dovrebbe significare emozioni profonde dall'impatto forte, momenti attesi per una vita. Chiunque visiti per esempio le grandi piramidi(patrimonio dell'umanità) ha il diritto di vivere il momento come preferisce, lasciando che il ricordo che porterà con sé dipenda prima di tutto dal rapporto intimo che si crea tra la propria personalità, attitudine, aspettative, e il sito, il monumento in sé. I gestori del sito non sembrano curarsi dell'aspetto psicologico e delle conseguenze sul visitatore di come i monumenti vengono presentati, né del contesto.

martedì 9 ottobre 2018

Kefren da Pizza Hut


Tu voz en el sueño es real pero el sueño no es real
La vida es sueño
Entonces la vida no es real 
(Paco de Bocadilla)

¿Qué es la vida? Un frenesí.
¿Qué es la vida? Una ilusión,
una sombra, una ficción,
y el mayor bien es pequeño;
que toda la vida es sueño,
y los sueños, sueños son.








domenica 7 ottobre 2018

Dashur
mangiucchiata come un biscotto


C'erano persone tutto lì intorno, come a Dashur non se ne erano mai viste. Bisogna darsi una mossa

sabato 6 ottobre 2018

Piramide Nera
5 ottobre 18


Ieri a Dashur era un bel sereno. Dal punto in cui mi trovavo, con la Piramide romboidale di Snefru alla mia destra, vedevo a sinistra limpida la piramide a gradoni. Poco prima di mezzogiorno, l'ora concordata per tornare insieme alla macchina, si è alzata la preghiera dalla valle del Fiume. Assomiglia a una piena di un fiume, che si alza, fatta di accordi. Ma può anche essere il respiro della povera gente che però perde il suo aspetto naturale e mortale, per diventare una magia, un grido che esce dalla gola della terra. Dimmi, Madre, che questi momenti, se vissuti con semplicità e concentrazione, possono diventare semi di felicità per gli anni a venire.

giovedì 4 ottobre 2018

Boschetto di salici


la vita scorre come sabbia tra le dita
le dita vorrei chiudere 
a coppa
ci dormo su e i buoni propositi non sono più che promesse di amanti

mercoledì 3 ottobre 2018

Via del Fagutale


I faggi sono spariti. Immagino che ci fosse una foresta di faggi, oppure un fagus maestoso facesse ombra tutto lì intorno, con la sua corteccia rugosa. Forse, se ci fosse ancora, oggi si muoverebbe in aiuto dei romani, alzando passi da gigante e parlando con voce roca e timbro basso. Ma che potrebbe mai fare, una volta arrivato davanti alla metropolitana? Fuggire sul Palatino e restarci, magari incontrando una quercia, alta come lui, e non pensando più a niente per altri mille e duecento anni.