giovedì 28 febbraio 2019


6 October

Il chiasso sulla 6 Ottobre era quello del venerdi, anzi del giovedi, con macchine e motorini urlanti, tutti hanno fretta.
Lungo il marciapiede i due dipendenti dell'Ama Arab vestiti di verde sono seduti per terra come al solito a quest'ora per cenare. Ho intravisto il pane, il riso con qualche intingolo. Uno dei due insieme al pane e al riso ha estratto una capsula dalla confezione. Potevano essere quelle per la prostata...
Ogni persona è un mondo e non può essere che il mondo che rappresenta il tipo dell'Ama Arab sia.... 

mercoledì 27 febbraio 2019


27 febbraio

La notizia e le immagini ci sfiorano mentre parliamo di interscambi di infrastrutture di sovereign debt swaps. Quello che vediamo e che sappiamo è che il traffico è più congestionato del solito. Tutto lì.
La gente continua a camminare a suonare a sfiorare le auto come i tori a Pamplona. Il vecchio Gandhi saluta portando le mani aperte alla testa dietro le orecchie. 
Una persona che non ha più un volto scende di corsa le scale mentre il corpo è diventato una torcia e sembra indeciso su cosa fare e allora risale le scale e sparisce e altre torce sembrano non estinguersi nemmeno dopo il gesto di qualcuno che versa loro addosso dell'acqua con un catino. Un ministro si dimette, un cavallo di razza.

venerdì 22 febbraio 2019

Memnon


Se il viandante si lascia condurre dalla maestosità delle due statue di Ramesse in piedi, a cento metri dalla strada, non lontano dalle due statue di Memnon, nella direzione della valle dei re, può appoggiare le biciclette vicino alla base dei due colossi, che nemmeno compaiono nella guida del National Geographic. 
La solitudine è solo apparente, poiché in meno di un minuto si avvicinano una bambina di 8 anni e la sorellina di 3, con i capelli arruffati e sporchi e il moccio e chiedono con insistenza il pedaggio. Con un'insistenza che non si incrina nemmeno quando sposto la bici e alla fine me ne vado. E' quello che fanno tutti i giorni.
Vivono dietro la duna, tra i palmeti, in case povere e i genitori e gli altri fratelli sono là dietro. Le due statue sono il loro luogo di lavoro minorile.

lunedì 18 febbraio 2019

Memnon


Passarono all'altra riva
Ma il traghettatore se ne accorse e propose loro un economico taxi per fare il giro canonico
Cacciato il traghettatore (che volle indietro anche la carta da visita) affittarono una bicicletta
Ai colossi si fermarono ed entrarono nella casa di Memnone dove si fermarono due ore. I venditori di immagini sacre si ritirarono alla vista del disegno e non tornarono nemmeno al momento predefinito.
Solo non poterono parcheggiare la bicicletta lì ma la portarono con sé giù per le scale.

sabato 16 febbraio 2019

Medinet Abu


Dietro a un posto di polizia si apre lo scenario di Medinet Abu, come poteva essere visto dagli incisori del 19° secolo, con  i colori dalle tonalità diafane per il sole a 30 gradi.
Scopro che il tempio è dedicato a Ramsete Terzo che, secondo una canzone vernacolare ligure, è stato il più grande faraone, custodendo nel sarcofago una scorta di condom. Ho cercato il sarcofago per verificare, senza trovarlo, ma giorni dopo una fonte informatissima mi ha riferito che il sarcofago con la mummia di Ramsete non è mai stata custodita nel tempio.

mercoledì 13 febbraio 2019

West bank


La sera si approssima e il pensiero vola all'altra riva
Terrazza del Winter Palace di Luxor

domenica 10 febbraio 2019

Luxor

Granito di Assuan


Al ritorno da Dendera
Il tempio di Luxor alla sera è illuminato ed è aperto alle visite fino alle 21.
Resto a osservare l'obelisco illuminato dal basso. L'effetto che produce la luce radente è quello di far uscire quello che in realtà è dentro. Le incisioni dei geroglifici e delle figure sembrano, diventano, sono in rilievo.







L'omologo dell'obelisco del tempio di Luxor, quello che stava a destra dell'entrata, è a Parigi.
Sarebbe bello che si vedesse questo effetto anche sull'obelisco di San Giovanni.

e se n'è andato il secondo giorno

sabato 9 febbraio 2019

Dendera


Tempio a cavallo del 1 secolo prima e 1 secolo dopo Cristo ma in stile classico
Da Luxor dista una settantina di km ma con la macchina ci vuole un'ora e mezza. La strada è stretta, una carreggiata a due corsie. In certi tratti gli alberi ai bordi della strada formano un tunnel di fronde, alberi a foglie piccole, fitte, come dei capelli ricci crespi. L'autista mandatomi dall'agenzia è giovane e cammina veloce. E' social, ogni tanto guarda il telefono. Al km 6 incontriamo una pattuglia della polizia che controlla se gli autisti indossano la cintura (!). Allora il mio bravo autista, da quel momento in poi, apre il finestrino e fa segno, mettendo una mano fuori indicando a tutti quelli che ci vengono incontro nella corsia opposta, che c'è qualcosa che ci siamo lasciati alle spalle a cui bisogna fare attenzione. Questo è andato avanti per una decina di chilometri: tutti gli autobus, i pulmini, i camion e camioncini... E mo' bbasta!!!
La strada corre lungo un canale discostato dal Grande Fiume qualche centinaio di metri. La vegetazione è bella e si incontrano abitazioni fatte di fango e di mattoni essiccati immerse nel verde lungo il canale. E' una scelta di vita? Poi carretti, asinelli che trainano, bambini, giovani e vecchi che conducono.
Incontriamo tantissima polizia lungo la strada, piccoli presidi o singoli poliziotti seduti sotto una tettoia o un albero. Alcuni sono semplicemente uomini armati, vestiti da fellahin con un fucilone che sembra una lupara. E' sicuramente un segno distintivo. Speriamo che non siano armi cariche. In un piccolo presidio un soldato siede su un parapetto e tiene una canna da zucchero in mano e la sgranocchia, strappa via con i denti la parte dura e mastica quello che c'è di più commestibile. Qui la canna da zucchero è il prodotto tipico e si incontrano camion carichi "all'inverosimile" di canne e c'è pure una rotaia a scartamento ridottissimo su cui viaggia una teoria lunghissima di vagoni carichi di canne, trainato da un trattore. Poi case, case non finite, da cui spuntano i tondini protesi verso l'alto.

giovedì 7 febbraio 2019

Luxor


Voglia di stupirmi
Provare a stupirmi ancora
Capire quanto ho voglia di stupirmi ancora e di credere di potermi stupire ancora
Rimango abbagliato 
da gente che festeggia in una moschea che si trova sopra il tetto 
Temo che lasciando le mie scarpe fuori dell'entrata qualcuno possa ancora portarmele via. Allora me le porto dietro in un sacchetto dove tengo il quaderno
Le signore grasse e coperte dalla testa ai piedi sorridono quando auguro a loro ogni bene, mabrouk
Le pietre scolpite del tempio emergono come immense radici nella mosche sopraelevata. La moschea sopraelevata appartiene a un popolo che non è più quello per cui furono scolpite e ne fanno un uso diverso.
Esco e scendo le scale con una liberazione nell'anima per non poter reggere oltre lo stupore. E' buio, sono le nove, è sera.
Mentre il tempio è illuminato da un lato e disegno le ombre e i chiaroscuri un ragazzo mi avvicina e con arroganza vuole che senta quello che dice. Ha il diritto, ne ha il diritto. Sono duro con lui ma è arrogante. Chiudo e me ne vado. Mi segue, lo reincontro, fortunatamente a pochi passi dall'albergo. Vorrebbe soldi, alla fine. E' un atteggiamento che ho trovato altre volte. Chi ti considera un estraneo alla loro condizione e vorrebbe farti pagare un biglietto di ingresso soro per il fatto di vedere la loro diversità.
Fine primo giorno