Muro aureliano
a sinistra della porta
(11 aprile 2015)
Carta Winsor & Newton 30x21cm 300gr grana fina (?)
La carta ruvida a buccia d'arancia utilizzata è ideale per disegnare queste superfici piane, monumentali. L'effetto si gioca tutto sul "minestrone" di colore: passare una mano di tinta di base, molto liquida ma leggera (cioè non carica) e, più in fretta possibile, aggiungere colore più scuro nei settori in ombra o in quelli che si vuole far risaltare. In questo modo le colorazioni si mischiano, si amalgamano e, soprattutto, non si vedono le sovrapposizioni di colore. Le sovrapposizioni infatti creano quell'effetto di asciutto...che non va bene. La carta a buccia d'arancia tiene meglio il colore liquido: è vero che lo assorbe velocemente, ma la carta si mantiene umida per tanto tempo...e permette di ottenere l'effetto "minestrone". Con la base ancora umida si possono passare a pennello colori diversi, potendo raggiungere sfumature, virate dall'ocra al violetto, ecc. La difficoltà sta nel riuscire a non "invadere" con il colore gli spazi separati, come, in questo caso, i diversi lati delle mura, che devono mantenere tinte diverse.
Non ho trovato posto sulle panche di mattoni, già occupate dalle frequentatrici abituali di questa parte delle mura. Così mi sono seduto sul bordo del marciapiede, a pochi metri dalla fermata del 160. Qualcuno passava a chiedere qualcosa. Sentivo le voci di persone straniere parlare italiano. Certe volte, fare un acquarello è un'esperienza di vissuto, vissuto di altri che ti accettano. Un po' come andare a dipingere o fotografare casa loro. Quando mi rivolgevo nella loro direzione, essendo sulla direttrice del mio punto di vista sulle mura, provavo in principio disagio. Solo per qualche momento, però. E poi, lì seduto a pochi centimetri da terra, mi sentivo a un livello più giù di loro.
Le mura sono un luogo fantastico. Oggi, percorrendole per chilometri, pensavo che fossero la parte più bella di Roma, come può essere bella, rilucente e sensuale la pelle di una persona. Cambiano colore da un'ora all'altra, cambiano aspetto, età, epoca. Passando sotto Porta Latina ho proseguito sulla via che porta fino al Largo Amba Aradam. Sulla destra, poco dopo la Porta Latina, su una piazzetta nascosta, dopo il collegio Rosminiano, c'è San Giovanni a Porta Latina (e la residenza diplomatica del Giappone). Posti che non conoscevo e che vedevo per la prima volta come luoghi completamente nuovi, di cui non sospettavo l'esistenza. Scoprire a Roma luoghi così antichi e suggestivi è difficile, ma quando succede porta un'emozione inenarrabile!
Nessun commento:
Posta un commento