martedì 28 aprile 2020

Contrasto


Questi 6 ragazzi erano nerissimi e le loro maglie brillavano al sole.
Oggi tornando a casa ho rivisto il il vecchio Gandhi che mi ha fatto un sacco di feste! Era sempre lì accovacciato e indossava una bella mascherina azzurra

martedì 21 aprile 2020

Nassau


Nassau si stende su una baia protetta
protetta dalle palme, dalle dune di sabbia grigia
dune nascondigli per tesori nascosti dai pirati
solcate da corsi d'acqua 
d'acqua chiara e fresca come di montagna

Nel giorno dell'equinozio
Charles ha finto di perdersi
si è sentito protetto tra le dune
si è nascosto e ha nascosto il suo tesoro
ha lavato la ferita alla testa con l'acqua fresca 
ne ha bevuto a piene mani

domenica 19 aprile 2020

Andrea


"My brother! What are you doing?
"Painting
"Very good! Where are you from?
"Italia
"Italia! Italia Uno!!! What's your name?
"Fransis
"Fransis!!
"Your name?
"Mahmoud. You want a ride in the felucca?
"No, thanks
"One hour five hundred
"Now I'm painting
"Four hundred fifty
"No, thanks. Now I paint
"OK later? 
"Maybe tomorrow
"Four hundred
"Thank you, not now
"OK later
"Maybe tomorrow
"OK, at what time?
"I don't know
"I wait for you, tomorrow. Remember, Mahmoud!

venerdì 17 aprile 2020

Zamalek


"Vieni?
"Non so
"Cosa non sai?
"...Mah...
"Dài! Qual è il problema...
"Non sono convinto
"Eh, ho capito. Ma devi prendere una decisione 
...silenzio...
"Non è che se ci pensi ancora cambia qualcosa

giovedì 9 aprile 2020

Mohandessin


Mohandessin è il nome del quartiere in faccia a Zamalek, sulla riva sinistra del Nilo. In lingua araba mohandessin significa "ingegneri". Mi sono domandato il perchè di questo nome. L'ho scoperto per caso, il significato intendo, chiedendo all'intermediario della felucca di farmi sedere sulla sua barca per disegnare la riva opposta del fiume, non potendo le barche circolare per i divieti imposti per il contagio.
L'uomo, un tipo piuttosto arcigno senza voglia di scherzare né di abbassare i prezzi, alla mia richiesta si è messo al telefono, allontanandosi di qualche metro, guardandomi un paio di volte, prima di chiudere la telefonata. Poi mi ha fatto cenno di salire, fissandomi il prezzo. Se n'è andato lasciando sulla barca un ragazzo dall'aria fiera e buona, scuro di carnagione.
Nella seconda metà dell'800, quando un miglio a nord si costruiva il ponte di ferro su disegno di Eiffel, i lavori di scavo venivano eseguiti a braccia dai contadini della riva sinistra del Nilo, quella appunto davanti a me. Era il primo ponte che fosse mai visto sul Nilo dall'inizio della storia dell'umanità. I barcaioli, che da millenni facevano attraversare tra le due sponde poveri contadini e resti mortali dei faraoni, ritenevano l'avanzare del ponte una disgrazia, un sacrilegio e fecero serpeggiare malcontento tra i braccianti, convincendoli che - una volta unite le due rive - i poveracci della zona di Imbaba si sarebbero riversati sulla loro riva devastando i campi, rubando i raccolti e avvelenando le acque pescose della riva sinistra. Furono talmente presi sul serio che i contadini incrociarono le braccia per 2 anni. Sugli intonaci delle casupole fatte di mattoni di limo comparvero disegni fantastici, raffiguranti sistemi alternativi di trasporto tra una riva e l'altra, sistemi di attraversamento con barche trainate da carrucole, mosse da ruote da mulino, macchine degne di Leonardo. Tutti i disegni raffiguravano il ponte incompiuto sullo sfondo. Disegni e progetti geniali, che si arricchivano di volta in volta di ingranaggi, ingegnose macchine, tanto che il khedivè, incuriosito delle voci che giravano, come di una maledizione abbattutasi sul ponte di ferro, volle visitare quella riva sinistra e conoscerne gli abitanti. Fu tanto impressionato dalla creatività dei contadini che ne scelse i più intraprendenti, forse i migliori, per aiutarlo a portare a termine il suo progetto del ponte di ferro, pagandoli profumatamente. Gli "ingegneri" si trasferirono nella parte ricca del Cairo, ma le loro casupole istoriate ricordarono la loro abilità e diedero il loro nome al quartiere. Mohandessin. 
Il barcarolo, sicuramente un discendente dei marinai dell'epoca, maledice anche oggi l'idea d'insegnare ai contadini a disegnare. Mi dice dunque che "disegnare è opera di shaitàn. Ma ti faccio sedere lo stesso".
Gli chiedo "Raccontami perchè" e lui mi racconta la storia dei mohandessin.

Un vecchio, in galabiya bianca, con un turbante che gli fa tre o quattro giri sopra la testa come un'enorme torta, legge il libro sacro accovacciato su una sedia sul marciapiede.

venerdì 3 aprile 2020

Mohandessin


La cosa si complica

L'anziano all'angolo della strada seduto legge il libro sacro