sabato 30 maggio 2015

Scalinata Trinità dei Monti
(9 giugno 1996)



Dopo la visita a Villa Medici
Abbiamo colto il plus degli accademici di Francia.
Corot dipingeva da un grande terrazzo panoramico sopra le nostre teste.

Carta Fabriano 25x36 300gr grana fine.  Blocco che non si trova più

4 anni dopo "Trinità d'infilata" qualcosa è cambiato. Forse il colore ha più forza ed è più caldo. L'obelisco è meno protetto dalle case attorno e anzi le domina o sta di guardia. E' fatto con un'unica pennellata dal basso verso l'alto e termina con un motivo cruciforme, forse un giglio di Francia.


Se facessi pittura ad olio, la mia ispirazione, e aspirazione, sarebbe Corot. Uno dell'Ottocento... Quel terrazzo panoramico, quel lembo di Francia a Roma, è un sogno. Sono buoni tutti a diventare pittori, da lì.


giovedì 28 maggio 2015

Trinità d'infilata
(sabato 18 gennaio 1992)


Carta Fabriano 25x36cm 
Questa carta non la trovo più. E' leggera, liscia e leggermente striata. Il formato è buono per i soggetti in verticale.

Anche questo punto di vista è, per così dire, scomparso. E' preso dalla via che da Trinità dei Monti porta al Pincio, nello slargo di fronte all'Institut de France. Lì sbocca la strada in salita per chi arriva da piazza di Spagna: una strada ripida, quasi impossibile percorrerla in bici; ma romantica, anche se nessuno si ferma per vedere le case lì sotto e le terrazze dei ricchi. In cima alla salita, lo slargo offre pochi punti per sedersi: solo il parapetto, piuttosto largo, dove ci si può appoggiare a disegnare.
Insomma, oggi la facciata di Trinità dei Monti e la scalinata sono nascoste dai platani e da altra vegetazione.

Questo disegno d'infilata è stato il mio acquarello preferito di Roma. Mi è sempre sembrato ben costruito, tanto più il soggetto era difficile. La scalinata laterale stona un po' per la prospettiva sbagliata. Anche i colori sono venuti bene: probabilmente in origine erano più accesi, più vivi. I campanili di traverso si fanno ombra a vicenda; le case stanno al loro posto e accolgono l'obelisco, ben visibile nonostante sia così sbiadito. Il cielo del tramonto, appena tracciato segue l'inclinazione della scalinata.

Se penso che era tra i primi acquerelli di Roma, e che oggi non ne faccio di così belli, mi chiedo che cosa ho imparato in tutti questi anni in mezzo.

Ora questo disegno è come un veterano invalido, anziano. Lo tocco con delicatezza e gli chiedo scusa per averlo curato così poco, averlo esposto alla luce, all'umidità, senza coprirlo con carta velina. Rimasto chiuso dietro un vetro per anni in cantina. Ecco che cosa ne resta: la carta è ancor più leggera, costellata di macchie gialline. 
Ora lo depongo in cartella, fasciato nella carta velina, come in un sudario.


martedì 26 maggio 2015


Acquerelli romani in mostra

"Non conta il mezzo creativo che si usa: musica, scrittura, disegno,
ferro! L'importante è usare quello che ci fa sognare...quello che riesce a far sognare tutti noi. ...per i tuoi sogni"

non riesco a decifrare la firma



"Il mio uno-due alla tua prima mostra è stato degno di Fantozzi: in ritardo su tutta la linea, come sempre, e per di più, senza la "minacciata" pizza al farro, davvero immangiabile. Ma la goffaggine non mi ha impedito di perdermi con lo sguardo tra quei muri baciati dal sole e di inseguire la luce laddove ama nascondersi."  Cinzia



lunedì 25 maggio 2015

Tetti di Firenze 1988


Carta ruvida sfusa 14x19cm

I tetti di Firenze sono di tegole rosse, gli intonaci dei muri, color ocra o grigi. 
La casa più distante in entrambi gli acquerelli si prestava a essere ritratta, con una forma così irregolare, più alta degli edifici intorno. A vederla ora mi ricorda una persona che guarda di lato, che non mi guarda ma si lascia guardare. Il secondo acquerello è più "evoluto": è presente una canna fumaria, un paio di finestrine in più, il segno a matita delle tegole e addirittura le scrostature dell'intonaco, le colline prendono il posto della pallidissima macchia del cielo. 
Potrei anche dire che nello spazio breve di tre settimane, da gennaio a febbraio 1988, ho osato prendere coscienza del disegnare, ripetendo un soggetto, con un intento di migliorare o semplicemente di provare più volte lo stesso soggetto e dunque ho aggiunto un anagramma e un titolo sul fronte dell'acquarello e non più solo sul retro. 
Nel presente, i soggetti e il modo di guardarli non sono cambiati di molto: geometrie, gli acrocori urbani di muri, tetti, angoli, intersezioni di linee.





Carta ruvida sfusa 13x19cm


domenica 24 maggio 2015

Tetti dalla terrazza
(24-5-2015)



Carta Arches grana satinata 300gr 23x31

Carta nuova, nuova sorpresa. Credevo che fosse ruvida invece è liscia, assorbente. Costa molto: 41€ per 20 fogli. Di gran lunga più cara della "solita" Fabriano. Va bene per disegni e colorazioni precise. E' come se ci si potesse fare di tutto.
Matisse, a domanda dell'intervistatore "qual è il lavoro che preferisce?", risponde "L'ultimo, quello appena fatto". Vuole dire che nell'ultimo lavoro ha messo lo stato d'animo, l'energia di quel momento, che è il più reale, il più vicino.
Se qualcuno mi domandasse: qual è la carta da disegno che preferisci? risponderei che è l'ultima che ho usato, tanto più se è una sorpresa, se è nuova.

Firenze - Via Bolognese
(2-VI-'88)




domani economia!

Carta ruvida sfusa, 28x13cm.

Il foglio è ingiallito, manipolato e il cielo ha perso l'azzurro, le colline il grigio. Doveva essere un mese di giugno afoso, passato in casa, senza grande speranza di raggiungere l'obiettivo ultimo: il concorso, con il servizio militare invece ad aspettare inesorabile dietro l'angolo. 
Le linee geometriche aiutano sempre, nel momento del bisogno e fanno fare presto quando si deve studiare economia per il compito alla "Fondazione". Il disegno e l'acquerello era l'unica cosa che mi potessi permettere a Firenze in quei due o tre anni, lasciandomi pochissimo tempo a disposizione. La stanza a casa di Alberto Z. era spaziosa, con una scrivania davanti alla finestra compratami apposta dalla Signora Z. E questi tetti marrone-viola era ciò che vedevo.
Riguardando adesso all'indietro, quella lunga esperienza a Firenze di pura fatica cerebrale, mi ha fatto venire la voglia degli acquerelli. Tutto è nato lì, allora. 

sabato 23 maggio 2015

Via Faentina - Firenze
(dicembre 1987)


La carta, ruvida e leggera, era tagliata storta. I disegni, dalla finestra, erano un vezzo di cui non parlavo a nessuno. Per cominciare, i tetti sono un soggetto facile e la prospettiva non è ancora così necessario rispettarla.


giovedì 21 maggio 2015

Tetti e cipressi a Firenze
(1987)


I tetti di Firenze sono le mie prime vedute. L'attrezzatura è povera: carta ruvida e leggera acquistata a fogli sfusi, acquerelli a pastiglie da cartoleria, pennelli da poco. Punto di veduta: le finestre di via Faentina. Data: autunno/inverno 1987. Il disegno è minimale e i colori, ora, hanno perso molta della loro consistenza. Di questo piccolo acquerello (13x19) noto tre cose: i cipressi più grigi che verdi, ma decisi; il rosso dei tetti, rosso naturale, che non uso più da tanto; il "minimalismo" esagerato del disegno. Non avevo molto tempo da sottrarre al corso della "Fondazione".
L'ho portato con me per anni. 

martedì 19 maggio 2015

Posterula Ardeatina alle Mura aureliane



"questo filare irregolare e irrequieto di antiche mura ha un significato di continuità e una prospettiva di nuovo nei colori più accesi e nelle forme geometriche. E' il nuovo che prende il posto della storia ma la lascia intatta"
Fiorella

Quello che mi colpisce  della porta è la sua posizione, dietro un angolo, completamente nascosta a chi oggi entra in città dalla Colombo. La via Ardeatina prendeva un'altra direzione, ragionava in modo diverso, andava verso i monti, verso sud, verso l'acqua e i suoi acquedotti. A fianco della porta, alla sua destra, il muro forma un torrione quadrato.

sabato 16 maggio 2015

Laghetto di Martignano
(luglio 2014)


Pensando all'estate

Carta Fabriano 23x31cm 300gr Grana fina

Il laghetto è sempre una tentazione da dipingere. Soprattutto verso sera, quando anche a luglio si sta bene con una felpa. La folla è partita e si emerge dall'incoscienza del pomeriggio. L'acqua del lago sulla sinistra si scurisce; i campi ocra e verde si delineano e il cielo si calma.
Il bordo del lago va tenuto bagnato, sul foglio, per poter arrivare a disegnare gli alberi sulla riva con macchie di colore belle decise. I campi: la tentazione di striarli con pennellate asciutte è forte... Bisognerebbe riuscire a dipingere la separazione tra la macchia verde scuro, le zone più chiare e le radure giallo fieno senza lasciare spazi bianchi: questo è reso difficile dal secco dell'aria che asciuga tutto in pochi secondi. Inumidendo il foglio si può provare a sovrapporre le tonalità nei punti di contatto, cercando di farlo con grazia.
Dopo tutto questo "studio", consiglio il ristorantino sotto i tigli, con pecora alla brace e romanella.

L'estate era lì, ma si pensa sempre a quella dopo.

giovedì 7 maggio 2015






Chi vuole può venire con me a vedere la mostra di Francesco. Francesco è una persona schiva, riservata, un artista di talento nella pittura come nella musica. I suoi colori sono struggenti , come le forme antiche in uno spirito innovatore, i paesaggi le case le barche gli alberi e le colline diventano forme inusuali che trasportano la realtà e la dissolvono in un contesto onirico. Irraggiungibile se non ti perdi, almeno un po'. Ciao Francesco, devo assolutamente venire e se mi perdo..... suonerai per me

Fiorella

martedì 5 maggio 2015

Alla salita Cederna con Florian (2012)



Per courtesy di Dana, Washington D.C.

Carta Fabriano 23x31cm 300gr grana fine

Martedì 28 ottobre 2014

Il materiale per acquerelli è sempre con me. Usavo gli acquerelli invece della macchina fotografica. Ora lo smartphone ha cambiato tutto. Mettermi a disegnare non è più così necessario. Perché "prima" sentivo proprio la necessità di fissare una sensazione e disegnarla. Ora è diverso. Qualche volta ho pensato di fotografare e poi di disegnare, copiare dalla foto. Per fortuna mi rendo conto che è tutta un'altra cosa.

In realtà l'acquerello è un modo per vedere e scoprire la città, per sedersi e sentirsi solo con essa.

domenica 3 maggio 2015

Vasi verdi per il Rudere



Finalmente i due vasi del Sud hanno trovato posto. Erano nati per ornare un cancello ma hanno fatto altro uso: supporto di tavolino di cristallo (derubricato, a vetro dopo rottura). Ora sormontano i due pilastri di uscita (più che di entrata) del Rudere ad Albisola.

Ho usato carta liscia da disegno per rendere l'effetto dello schizzo rapido. Le foglie di agave di sinistra sono rese dal pennello asciutto; quelle di destra sono una traccia di colore verde oliva ascolana. La macchia di cielo si confonde con le foglie degli ulivi.


sabato 2 maggio 2015