domenica 15 marzo 2015

5 ROMA
Relitto sulla spiaggia ai "cancelli"



Mi rendo conto solo ora che quella che mi pareva la prua, è la poppa, essendoci l'elica e il timone. Non proprio un relitto, più una barca in secca, lasciata lì perché qualcuno o qualcosa se la portasse via, a pezzi. 
Ha una forma indefinibile, o forse è così che la vedevo e la disegnavo, esagerandone la visione prospettica. Credo che non ci sia più: peccato, sarebbe stata un'installazione da mantenere nel suo dissolvimento, da dipingere, da fotografare. Ma forse era pericolosa, arrugginita e pericolante. Sembrava il relitto di una costruzione post-industriale.
Ho fatto un disegno veloce. Quello che mi importava era riprendere l'azzurro e le macchie di ruggine. Probabilmente mi ero portato solo questo album di carta "di riserva", non quella per le grandi occasioni, pensando che alla fine alla spiaggia sarebbe stato complicato mettersi lì tranquillo, magari col vento. 
La carta è quella da schizzi, liscia, poco assorbente. Così l'azzurro della lamiera è riuscito a espandersi, lasciando tracce di piccoli grumi di colore che hanno formato come delle macchie. 
I legni su cui riposava se ne sono andati qua e là, per i fatti loro, ma li ho ripresi con tratto veloce.

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