Rudere
Oggi sono tornato alle Generali dove sono esposti i miei disegni. Come tutte le volte, li guardo di fretta e mi cade lo sguardo su dei particolari, su delle rocce o su uno sbaffo di azzurro che si mischia sulla linea dell'orizzonte, intorno all'isola.
Mi piacerebbe guardarli con gli occhi degli altri, delle persone che li vedono per la prima volta e rendermi conto di quanto parlino una lingua diversa da quella di tutti i giorni. Leggerò i - pochi - commenti che gli amici hanno lasciato nel quaderno. Poche pagine. Forse avrò delle sorprese, purchè chi scrive scriva con il cuore.
Quello che potrai vedere alle Generali è la storia di un anno di pittura, cominciato con la super-luna del Natale scorso (che non è tra i 39 acquerelli). Per disegnare serve tormento, da cui trarre materia per ritornare in pace con se stessi. Serve tranquillità, che permette di uscire con l'attrezzatura e trovare un punto di vista "interessante". Serve tempo e spazio.
Oggi prevale l'incertezza sui prossimi mesi di preparazione per il viaggio verso Il Cairo, la vastità degli spazi in cui vaga e si disperde il mio pensiero. E così ho perso un po' dell'interesse per chi visita la mostra, che invece avevo nelle scorse settimane. Anche acquerellare, fare nuovi disegni, mi costa più fatica del solito.
Vorrei che chi non ha visto questi acquerelli tutti insieme li potesse vedere.
Rudere 1989
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