mercoledì 17 giugno 2020

Palmizi - 2



Di Rachel si sono perse le tracce da ieri dopo pranzo, quando avrebbe dovuto aprire al baoab che le portava la spesa del martedì. Dal 7 marzo non usciva di casa e non si fidava né dell'autista, né del padrone di casa, ragione per cui a fine aprile si è rifiutata anche di pagare l'affitto trimestrale. Il suo appartamento al settimo piano della palazzina bianca all'angolo della Great White con la Riders' Edge è popolato di maschere birmane, di qualche coltello a lama doppia, a lama lanceolata, a lama mozza. Solo a me lascia entrare sapendo che sono stato uno dei primi ad aver contratto la malattia, ad averla sconfitta e a non essere più potenziale portatore. Roland, il padrone di casa, che mi aveva visto un paio di volte salire all'appartamento di Rachel, mi ha riconosciuto incontrandomi fuori dell'entrata e mi ha informato della scoperta e poi mi ha accompagnato fino al pianerottolo. La porta di casa era stata lasciata socchiusa dal baoab: tutto sembrava a posto, come può sembrare a posto un appartamento di una trentasettenne artista single americana che si fa le canne. Però ho notato che il pugnale birmano a lama lanceolata non era appeso al muro a fianco della maschera del dio Shut. 

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