Santa Sofia Istanbul
oggi
Quando ho cominciato c'era ancora il sole, alto dietro la moschea. Ho finito che tramontava, non c'era quasi più nessuno lì intorno. Solo dei bambini, 4 o 5, tutti piccolini, di strada, che davano calci al pallone sorvegliati (entre guimets) dal papà seduto in un pulmino. Verso la fine si sono accorti di me e si sono arrampicati per vedere. Solo in Turchia i bambini arrivano intorno a vedere mentre disegno. Una bambina mi ha fatto segno che avrebbe voluto che le facessi il ritratto. Ho fatto la foto all'acquerello e poi stavo per fotografare uno di loro ma ho avuto l'impressione che il padre non volesse e ho lasciato perdere. Un minuto dopo uno di loro, il più piccolo, è arrivato con un tablet di quarta generazione e mi ha fatto una foto in posa con l'acquerello.
Questo tentativo non è niente di che. Il soggetto era troppo complicato, curve, spigoli, sovrapposizioni, dimensioni e proporzioni. Ma essere lì senza provarci non sarebbe stata la stessa cosa. È un tentativo di appropriarsi del sublime.
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