sabato 9 febbraio 2019

Dendera


Tempio a cavallo del 1 secolo prima e 1 secolo dopo Cristo ma in stile classico
Da Luxor dista una settantina di km ma con la macchina ci vuole un'ora e mezza. La strada è stretta, una carreggiata a due corsie. In certi tratti gli alberi ai bordi della strada formano un tunnel di fronde, alberi a foglie piccole, fitte, come dei capelli ricci crespi. L'autista mandatomi dall'agenzia è giovane e cammina veloce. E' social, ogni tanto guarda il telefono. Al km 6 incontriamo una pattuglia della polizia che controlla se gli autisti indossano la cintura (!). Allora il mio bravo autista, da quel momento in poi, apre il finestrino e fa segno, mettendo una mano fuori indicando a tutti quelli che ci vengono incontro nella corsia opposta, che c'è qualcosa che ci siamo lasciati alle spalle a cui bisogna fare attenzione. Questo è andato avanti per una decina di chilometri: tutti gli autobus, i pulmini, i camion e camioncini... E mo' bbasta!!!
La strada corre lungo un canale discostato dal Grande Fiume qualche centinaio di metri. La vegetazione è bella e si incontrano abitazioni fatte di fango e di mattoni essiccati immerse nel verde lungo il canale. E' una scelta di vita? Poi carretti, asinelli che trainano, bambini, giovani e vecchi che conducono.
Incontriamo tantissima polizia lungo la strada, piccoli presidi o singoli poliziotti seduti sotto una tettoia o un albero. Alcuni sono semplicemente uomini armati, vestiti da fellahin con un fucilone che sembra una lupara. E' sicuramente un segno distintivo. Speriamo che non siano armi cariche. In un piccolo presidio un soldato siede su un parapetto e tiene una canna da zucchero in mano e la sgranocchia, strappa via con i denti la parte dura e mastica quello che c'è di più commestibile. Qui la canna da zucchero è il prodotto tipico e si incontrano camion carichi "all'inverosimile" di canne e c'è pure una rotaia a scartamento ridottissimo su cui viaggia una teoria lunghissima di vagoni carichi di canne, trainato da un trattore. Poi case, case non finite, da cui spuntano i tondini protesi verso l'alto.

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