sabato 23 maggio 2020

Dokki


Se si possono chiamare passeggiate, si fanno delle passeggiate nei posti dove a nessuno verrebbe in mente di fare passeggiate, cioè nelle aree urbane del Cairo. La macchina che mi si avvicina mentre cammino al sole è il solito tassista che si fa sentire con il clacson, rallenta e guarda verso di me, tenendo la mascherina sotto la gola. Poi prosegue nella polvere dei lavori stradali che continuano su Abu El Feda.  
Passo davanti allo spazzino di Ama Arab, seduto sul cordolo della rampa che porta al ponte. Mi tengo a una distanza di sicurezza guardando alle macchine in arrivo alle mie spalle. Gli accessi al fiume sono chiusi, tranne rari passaggi che portano a vivai di piante tropicali, custoditi da guardiani che innaffiano. Ho chiesto un paio di volte di poter dare un'occhiata...ma sarebbe insolito mettersi lì a sedersi sullo sgabello, anche un guardiano di vivaio resterebbe perplesso. E' meglio continuare e attraversare il Nile.
Oggi dal ponte ho ritratto in piedi una velocissima veduta a "V" del fiume verso nord sul quaderno per schizzi provando a tenere con una mano il quaderno appoggiato alla ringhiera. Ho fatto un disegno approssimativo delle due rive convergenti sul ponte del 26 Luglio e poi, con un equilibrismo, ho tirato fuori i colori e il pennello "gadget" con l'acqua incorporata. Con la sinistra tenevo il quaderno e i colori e con la destra cercavo di far funzionare lo stantuffo del pennello e mettere il colore. Voto: 6 e 1/2.
Questo barcone invece è un disegno della scorsa settimana: ho potuto sedermi su una terrazzetta, in fondo a una scaletta di cemento, a bordo del fiume, normalmente chiusa e interdetta ai "visitatori", custodita da un signore che lì per lì mi ha fatto cenno di non potermi far rimanere (indicandomi, segnandosi con due dita sulla spalla, che è un posto "militare"), ma che poi mi ha indicato un punto dove mettere lo sgabello e sedermi. Mancia: 50 pound.

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