Zamalek
Vivere a Zamalek è vivere in un microcosmo -
In una città di 20 milioni di persone che ha un'estensione grande come la provincia di Roma, tutto si consuma e si compie a Zamalek
Il traffico e il rumore di Z, i marciapiedi, quando ci sono, di Z, il lavoro, i poveracci e i poveri diavoli di Z, il supermercato e il supermercatino, i taxi, le pasticcerie, gli ambulanti di Z, l'uomo dell'acqua, l'uomo del ferro vecchio, la donna degli asciugamani (fawat, fawat!!!), il parco, il club, il golf a Zamalek, il controllo d' sicurezza sulla strada che dal ponte immette in Zamalek. Insomma, una fortezza post-moderna che difende da un paese che c'è intorno che mi è sempre più misterioso e che conosco sempre di meno.
Questa mattina il tassista parla in italiano: "mi sono pentito di essere venuto via dall'Italia 15 anni fa. Facevo il cuoco pizzaiolo". Non voleva essere pagato. Questa sera l'uomo in macchina ha voluto passare a tutti i costi, non lo sfiorava l'idea di farmi attraversare. Contrasti. Così come è difficile capire, entrare nella testa delle persone che a Zamalek ti stanno vicino, o ti stanno "vicine".
Mi è capitato più di una volta di essere fuori Z per lavoro e fermare un taxi, chiedere di portarmi a Zamalek e di ricevere risposta negativa. La città si sta espandendo verso fuori, verso Sokhna, verso Ovest: l'isola non si riproduce, invece e rimane sempre più fine a se stessa. E allora viene considerata dai poveri diavoli di fuori come un non luogo, che non viene ricompreso nel sollevamento della terra, della gente. Z viene allora emarginata.
giovedì 18 ottobre 2018
mercoledì 17 ottobre 2018
Contrasto
Prendendo un taxi per andare a cena passo lungo il Fiume finestrini aperti luci rumori incontri ravvicinati con altre auto insegne luminose genti che prendono il fresco sulla passeggiata bevono coca cola o prendono un gelato siedono sul parapetto a pochi metri dalla macchina che passa senza che si accorgano di noi e del...traffico
Che cosa c'è che non va in una serata così bella?
Sarebbe tutto diverso se
Sarebbe tutto diverso se entrasse profumo di zagare di gelsomini di aria pulita di sud di eleganza e di fragranza
E' una prigione le cui sbarre sono odori innaturali di combustione
lunedì 15 ottobre 2018
Dago - il tesoro del convento
Dago viene salvato da Antonia, incinta del suo Santo Bambino
Viene caricato da monaci su un carro e portato in un convento in Andalusia
Il convento si aggrappa a una rocca naturale e ruota intorno agli alti contrafforti di una chiesa
La strada per arrivarci è scoscesa, che si apre tra gli ulivi e le querce
Il convento, oltre a nascondere Dago, racchiude un altro mistero, un tesoro
sabato 13 ottobre 2018
Giza
rovine
La gestione dei siti archeologici in Egitto si limita alla costruzione di qualche infrastruttura e alla commercializzazione di quello che c'è, lasciato ai posteri dagli antichi.
Non esiste o quasi invece la manutenzione ordinaria né l'attenzione per il visitatore, l'immedesimarsi nel visitatore. Entrare e visitare un sito archeologico può essere per qualcuno un'esperienza prima e ultima, unica e, trattandosi di luoghi più antichi della storia, può e dovrebbe significare emozioni profonde dall'impatto forte, momenti attesi per una vita. Chiunque visiti per esempio le grandi piramidi(patrimonio dell'umanità) ha il diritto di vivere il momento come preferisce, lasciando che il ricordo che porterà con sé dipenda prima di tutto dal rapporto intimo che si crea tra la propria personalità, attitudine, aspettative, e il sito, il monumento in sé. I gestori del sito non sembrano curarsi dell'aspetto psicologico e delle conseguenze sul visitatore di come i monumenti vengono presentati, né del contesto.
martedì 9 ottobre 2018
domenica 7 ottobre 2018
sabato 6 ottobre 2018
Piramide Nera
5 ottobre 18
Ieri a Dashur era un bel sereno. Dal punto in cui mi trovavo, con la Piramide romboidale di Snefru alla mia destra, vedevo a sinistra limpida la piramide a gradoni. Poco prima di mezzogiorno, l'ora concordata per tornare insieme alla macchina, si è alzata la preghiera dalla valle del Fiume. Assomiglia a una piena di un fiume, che si alza, fatta di accordi. Ma può anche essere il respiro della povera gente che però perde il suo aspetto naturale e mortale, per diventare una magia, un grido che esce dalla gola della terra. Dimmi, Madre, che questi momenti, se vissuti con semplicità e concentrazione, possono diventare semi di felicità per gli anni a venire.
giovedì 4 ottobre 2018
mercoledì 3 ottobre 2018
Via del Fagutale
I faggi sono spariti. Immagino che ci fosse una foresta di faggi, oppure un fagus maestoso facesse ombra tutto lì intorno, con la sua corteccia rugosa. Forse, se ci fosse ancora, oggi si muoverebbe in aiuto dei romani, alzando passi da gigante e parlando con voce roca e timbro basso. Ma che potrebbe mai fare, una volta arrivato davanti alla metropolitana? Fuggire sul Palatino e restarci, magari incontrando una quercia, alta come lui, e non pensando più a niente per altri mille e duecento anni.
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