Porta Wolkonsky Maggiore
2 luglio 2015
Non resisto. Allora coloro l'albero.
Ci vorrebbe una Musa dell'autocritica, della flagellazione e dei titoli di coda: dimmi che è un pasticcio! dimmelo tu, pronùnciati. Un colore sempre più denso, giorno dopo giorno. Strati su strati per dimenticare quel cielo azzurrino e il cipresso bianco, amica Musa sei o nemica?
1 luglio 2015
Carico di colore alcune parti: cielo, palazzo sullo sfondo, ombre sull'acquedotto, spazi tra gli archi.
Tutto a casa sul tavolo della cucina, veloce.
Non posso perdermi Alba
30 giugno 2015
Questa volta l'occasione è il latte di mandorla al bio in via emanuele filiberto.
Proseguo verso porta maggiore, dopo il semaforo in senso vietato. Non so resistere alla sorpresa: panchine, un viottolo di asfalto tra la cancellata e gli archi e persone che chiacchierano sedute portando a spasso i pets.
Un po' più in qua trovo la panchina ideale, libera. Nella panchina vicina si siedono due dopo poco.
Il sole è ancora ben stampato e mi perdo negli archi sottili. L'unica sensazione "esterna" durante il lavoro è quella di essere intruso, vicino a quei due, che hanno da baciarsi e dirsi cose.
Ho lasciato lavorare il pennello con molta acqua. Mi sono davvero perso nei colori, nelle macchie bagnate, nella chiazza bianca degli alberi, su cui poi ho accennato una tinta leggera (avrei potuto lasciarli così, ma il colore dell'acquedotto era rimasto piuttosto debole e mancava di qualcosa). Insomma, questa volta l'acquerello l'ho dovuto "riprendere" un po'.
Mi sono risvegliato che i lampioni erano accesi; quando ho finito non c'è più nessuno. O meglio, al di là dell'acquedotto un signore fuma in canottiera alla finestra, fumo anch'io lo saluto ma lui non se ne accorge. Due camper con i fari azzurri, con bandiera cinese king size e targa cinese parcheggiano a pochi metri: due famiglie di turisti che però se ne vanno subito.
Saprò dove tornare, ma un po' prima delle sette.
La Golino, l'Ucciardone, il dramma carcerario a S. P. in V. lo vedrò un'altra volta.