Angolo a Dashur
martedì 19 dicembre 2017
lunedì 18 dicembre 2017
Piramide Nera da Dashur
16.12.2017
Un carro trainato da un cavallo e da un asino, stracolmo di erba, o di menta? La strada di sabato mattina è già affollata, e la gente fa quello che le pare. Alcuni salafiti ai margini della strada, seduti, bevono qualche cosa che si sono preparati. Un negozio vende solo cerchioni di automobili, e poi un altro. Un altro vende marmitte di auto e le espone formando una scultura che assomiglia alla medusa, con i tubi che sventolano come serpenti.
Gente attraversa la strada con intervalli e distanze calcolate, giostrando tra le macchine. E' sabato ma tanti bambini e ragazzi vanno a scuola
carri di verdura
verso Saqqara il paesaggio si rasserena. A bordo strada colture e palmeti. Ville e momenti di benessere.
In prossimità dei ponti sul canale si incontrano piccole soste carovaniere, che si animano incredibilmente. Grandi sono i ponti. A fianco della strada, dei palmeti bellissimi. La palma è viva, è qualcosa di diverso di un albero. Ha un che di vivente e non possiede la staticità dell'albero. La palma è come se fosse tenuta rigida da un flusso. E' simbolo di virilità. Certe sono flosce... anche le chiome sono ciuffi rivolti verso l'alto, per rimanere nella metafora.
Una macchina passa a fianco a noi contromano, Hani si deve fermare per lasciarla passare e suona il clacson. Il guidatore a fianco a noi allora tira fuori una mano dal finestrino e la mostra, così, senza tutte le 5 dita. E' un modo di dire che essendo mutilato può guidare anche contromano.
La piramide monca a circa 2 chilometri da Dashur appare come una montagna nera.
Non riesco a staccarmi
Ancora un paragone che riguarda le palme: lungo la strada del ritorno alcune palazzine sfoggiano colonne. Il modello degli architetti sono le palme. Le colonne che sembrano palme, con le stesse proporzioni, non si possono guardare: esageratamente alte e strette, proporzioni che fanno rabbrividire l'aurea proporzione classica!
Al rientro, all'altezza di Saqqara e poi di Giza si scatena la bagarre. Hani diventa un po' nervoso per come guida:
ha cambiato strada e ho l'impressione che vada anche lui contromano...
di nuovo bimbi che rischiano la vita; strani veicoli, macchine che tagliano la strada; da un palazzo senza intonaco, una finestra in tutta la facciata laterale si è animata di roba stesa colorata. Sembra una foto
Sulla sinistra la Knowledge Valley School (scuola della valle della conoscenza)......
milioni di mattoni
Nel traffico totale, in mezzo alle 2 carreggiate, un uomo in galabeya vende i pani tipo bretzeln tirolesi. Li tiene infilati in quattro bacchetti su una piattaforna di legno. Ne tiene 3 o 4 in mano, ma tenendoli con una specie di guanto di plastica, pronto a venderli. Non sia mai che gli acquirenti si prendano dei microbi...
venerdì 15 dicembre 2017
Lungo Nilo a Zamalek
15.12.2017
Ho trovato questo posto quasi subito appena arrivato qui. Si entra da un cancello dove una o due persone ti fanno il biglietto. Si scende un po' e si arriva su una stretta passeggiata sul fiume, con qualche tavolino, panchine e sgabellini. Basta aspettare un qualche minuto e arriva qualcuno a prendere l'ordinazione. Insieme al te' portano una bottiglia di acqua (la famigerata Baraka), lo zucchero e un piattino. Paghi all'uscita.
E' un posto molto tranquillo, vicino all'ufficio, anche se alle spalle, pochi metri sopra, passa la Abou El Feda, sempre trafficata e si sentono le macchine. E' un rumore che non dà fastidio, perche' è attutito, e poi l'attenzione è rivolta al fiume e a quello che sta dall'altra parte: palme, alberi e palazzi. Nel pomeriggio il sole passa proprio lì davanti, sopra le palme e le case.
La corrente del Nilo è lenta e quando c'è un po' di vento da nord non sapresti dire se la corrente va su o giù.
Passano barche di pescatori, motoscafi di piccola taglia, barche turistiche con gruppi che fanno caciara, canottieri.
Ci sono coppie di giovani, quasi tutti musulmani (le ragazze sono più o meno velate) e ci sono dei gatti.
E' un posto basic. Non devo proprio averci niente da fare e devo proprio non sapere dove andare a sbattere, per andare lì. Ma si può leggere tranquilli, disegnare e addormentarsi con il giubbotto sotto alla testa.
martedì 5 dicembre 2017
Rocca Tarpea
Roma, 26.11.2017
Le giornate si susseguono alle giornate
tutte uguali
Cosa le renda speciali, non lo so.
Forse un'attesa, un'emozione, un risveglio improvviso,
un'ansia, un appuntamento mancato, una soluzione inaspettata,
un impegno, una delusione.
Cose che non hanno un nome nel diario
delle cose da ricordare.
lunedì 4 dicembre 2017
domenica 3 dicembre 2017
Mare a Sokhna
2.12.2017
Nell'acqua ferma fluttuo come Ophelia nel quadro del maestro preraffaelita. Ha le braccia piegate e le palme delle mani rivolte verso l'alto, come un'orante.
I corvi sugli alberi qui intorno mi avvisano che è l'ora di pranzoe fanno un casino! hanno fame e mi fanno fretta a ordinare qualcosa.
Un corvo si è portato via nel becco il sacchetto con le mie preziose penne. L'ho rincorso e le penne sono cadute dal sacchetto. Tutto recuperato!
Che fai (tu, luna, in ciel)?
dimmi, che fai, silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Tra i grattacieli sei apparsa
come nel sonno quando prendi forme diverse
e lasci una domanda, unico segno
del tuo passaggio.
Ho provato a coglierti
attraverso il finestrino,
ma non sei rimasta,
attraverso il finestrino,
ma non sei rimasta,
nascosta dagli alberi, dai palazzi.
Ti ho cercata a est ma eri a ovest.
sabato 2 dicembre 2017
Voi Umani
2.12.17
Questa è la strada per Sokhna questa mattina. Avrei voluto arrivare presto per prendere tanto sole e aria inquinata ma fresca, e così siamo partiti all'alba.
Al km 20 della Sokhna Road la carreggiata a 7 corsie si è ridotta a una corsia, all'improvviso e tutte le macchine davanti a noi si sono infilate in un imbuto, facendo una curva, per arrivara sulla strada sterrata che corre parallela. C'erano pullmini, camion, macchine, autobus, tutti che suonavano e facevano manovre terrificanti. Non ho avuto la prontezza di filmare.
Fatta questa operazione, dopo un centinaio di metri tutto si è fermato ed è rimsato così, sospeso per tre quarti d'ora.
Shaboura era la parola che si sentiva dire. Non capivo. Hani mi diceva "la shams", no sole.... Insomma qualcuno mi ha spiegato che si trattava della nebbia. Non posso crederci che avessi potuto crederci...Anche perchè le macchine dalla parte opposta passavano.
Le persone erano tranquille, fumavano, facevano pipì sui bordi della strada, andavano su e giù.
Quando siamo ripartiti, dopo un chilometro c'era il segno di un incidente (hadith).
Stavamo quasi per arrivare a Sokhna che un pullmino davanti a noi ha perso un involto di stoffa, grande come una mucca e Hani è stato bravo a schivarlo.
Il ritorno in città è stato una follia. Follia. Macchine lanciate facevano manovre da orrore, suonavano, non so come siamo riusciti ad arrivare senza un graffio. Alcune macchine facevano pendant con i palazzi intorno ai viadotti. Ammassi di lamiere, senza luci, marmitte attaccate con un cordino, carrozzerie devastate, fumi di scarichi da ciminiera di una centrale a carbone. I palazzi, alcuni vuoti come catacombe cieche, altri con finestre illuminate, dentro cui si intravedevano esistenze povere. Ma dappertutto c'è vita, anche se il valore della vita qui è talmente basso che un ragazzetto attraversa la strada a cinque corsie senza nemmeno mettersi a correre. Passa e aspetta che nessuno lo metta sotto.
Entrata
1.12.17
Lungo la strada per Saqqara, già fuori della metropoli, abbiamo incontrato un asino. Camminava in mezzo alla strada, aveva le zampe davanti legate e riusciva ad avanzare poco per volta. Aveva una bella coperta rossa sul dorso. La strada brillava del sole del mattino di fronte a noi e tutto quello che ci stava davanti era circonfulso di luce.
venerdì 1 dicembre 2017
Saqqara
1.12.17
Il cumulo di sassi terra sullo sfondo è quel che resta di una piramide della 5^ dinastia (2500 a.c.) e in primo piano sembra esserci una porta con il cartiglio del nome del faraone.
C'è gente oggi a Saqqara e forse questo sarà il trend.
Si avvicinano persone mentre disegno e di solito mi chiedono il biglietto. E' una scusa per attaccare e poi chiedere se voglio visitare questa o quella tomba. Sembrano fellahyn qualsiasi e chiedo loro la tessera...Uno mi risponde che lì è il chef
Un poliziotto invece si piazza lì e sembra interessato: di tanto in tanto si avvicina al foglio attento e poi va verso le pietre e le guarda da vicino. Probabilmente controlla che abbia riportato fedelmente i geroglifici. Sicuramente non li sa leggere.
Oggi è un'atmosfera quasi surreale e il sole è una medicina, porta limpidezza e il vento purifica l'aria. E', per me' una seduta dal dottore per riprendere un po' di energia e caricare le pile che stando al buio si scaricano.
Trovo che disegnare le pietre sia più facile che non fare l'acquerello. E' il modo ideale per produrre questi soggetti.
Questa sera aggiungo un altro disegno, quando torno.
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